Sabato 6 settembre ci ha regalato una giornata perfetta per camminare: cielo terso, aria frizzante e quell’energia che si sente solo quando sai che ti aspetta un’avventura in montagna.
Partiamo presto, con la felpa addosso per via dell’ombra al parcheggio, ma già nei pressi del Rifugio Alpe Corte il sole ci convince a lasciarla nello zaino.
Il sentiero per il Lago Branchino si imbocca sulla sinistra e in circa un’ora siamo già lì, circondati da silenzio e bellezza.
A sinistra si staglia la Pala dell’Arera, maestosa, che domina la vallata. In breve raggiungiamo il Passo Branchino. Sono solo le 10, e la croce di vetta ci tenta: è lì, a 200 metri sopra di noi. Ma Andreino, il nostro instancabile capogruppo, ci richiama all’ordine. L’escursione è lunga, e se saremo rapidi ci promette una sorpresa prima dell’ultima discesa.
Scendiamo veloci verso le Baite di Mezzena, dove troviamo diverse auto parcheggiate.
La salita al Passo di Mezzeno si fa sentire: il sole picchia e il dislivello accumulato è già notevole (1350 metri!), ma un venticello ci rinfresca e ci ridà fiato.
La vista dal passo è spettacolare: sotto di noi i Laghi Gemelli, che a causa del livello basso del lago artificiale sembrano fusi in uno solo.
In lontananza, nitido come non mai, si distingue il Monte Disgrazia.
Dopo una breve sosta, scendiamo al Rifugio Laghi Gemelli, affollato ma accogliente.
Una birra fresca, un panino e mezz’ora di relax ci ricaricano.
La risalita al Passo Laghi Gemelli è breve ma intensa — la birretta si fa sentire!
Al passo ci aspetta una sorpresa: una famiglia di stambecchi, alcuni giovanissimi, che si muovono con un’agilità che ci lascia senza fiato.
Ed ecco la ciliegina sulla torta: Andreino ci propone una variante.
Saliamo alla Cima di Mezzena Orientale, detta anche Cima Giovanni Paolo II.
Da lassù, il panorama a 360° è semplicemente indimenticabile.
Qualche foto, qualche sorriso, e poi giù — tutta discesa.
Arriviamo alle auto poco prima delle 16, dopo 8 ore di cammino, 1650 metri di dislivello e oltre 20 km percorsi.
Stanchi? Forse. Ma talmente appagati da non sentirlo nemmeno.


















